17 Dicembre 2019

La pediculosi: un bel grattacapo per bimbi e genitori

I consigli del pediatra per prevenire e debellare un fenomeno spesso diffuso.

testo a cura del Dott. Alfredo Cappello – Pediatra, Omeopata, Medico Chirurgo / foto Freepik

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Nella scuola, come in qualsiasi altra comunità infantile, si possono verificare frequentemente casi di pediculosi.
Anche quest’anno sono già diversi i casi di “pediculosi del capo” nelle scuole salentine ma ciò non deve essere causa di preoccupazione o timore per lo stato delle nostre scuole.
I pidocchi della testa infatti possono colpire qualsiasi persona, a prescindere dal ceto sociale e dal gruppo etnico di appartenenza, non sono indice di cattiva pulizia della persona o povertà delle famiglie e, pertanto, il binomio pidocchi-sporcizia è totalmente privo di giustificazione.

Il parassita

I pidocchi non hanno ali, di conseguenza non volano; non possono saltare da una persona all’altra e si trasmettono solo per stretto contatto.
Hanno sei robuste zampe provviste di uncini con cui si attaccano tenacemente ai capelli o ai peli che ricoprono il corpo, come pure alle fibre dei tessuti contaminando abiti, biancheria, effetti personali.
Sono lunghi circa mm 1-3 per cui sono facilmente visibile ad occhio nudo.
La femmina è più grande del maschio, vive 3-4 settimane e depone giornalmente una decina di uova (lendini) alla base dei capelli che maturano e si schiudono in 10-14 giorni, alla temperatura ottimale di 32° C.
I nuovi nati, chiamati ninfe, raggiungono la maturità in 9-12 die.

La trasmissione

I pidocchi sono parassiti esclusivi dell’uomo e gli animali domestici non sono fonte di trasmissione.
La lunghezza dei capelli, lavaggi e spazzolature non influenzano il rischio di infezione.
I pidocchi sono parassiti obbligati; nell’ambiente possono sopravvivere solo per 1-3 giorni; il pidocchio non può saltare da una persona all’altra e si trasmette quindi solo per stretto contatto fra un bambino e l’altro. I bambini più colpiti sono quelli dai 3 agli 8 anni, il periodo che va dalla materna alla scuola elementare.
Il contagio dei pidocchi avviene attraverso:

  • contatto stretto con una persona che ne è colpita.
  • contatto con indumenti o biancheria da letto infestati.
  • uso promiscuo di effetti personali quali pettini, spazzole per capelli, asciugamani

Occorre sfatare il mito secondo cui le persone colpite dai pidocchi siano quelle che si lavano poco. I pidocchi possono colpire qualunque persona indipendentemente dall’età, dallo stato sociale e dal grado di igiene.

L’identificazione

Il prurito è presente solo nel 15-35% dei casi ed è dovuto alla sensibilizzazione alla saliva del pidocchio.
Compare tardivamente (4-6 settimane dopo l’infestazione).
L’infestazione è confermata quindi solo ed esclusivamente dal riscontro del parassita e/o delle lendini.
Le lendini sono traslucide, poco più piccole di una capocchia di spillo di color bianco o marrone chiaro.
Non bisogna confondere le lendini con la forfora. Le lendini sono tenacemente attaccate al capello da una particolare sostanza adesiva, a differenza della forfora che è facilmente eliminabile con il pettine.

Il problema scuola

È probabile che se un bambino ha i pidocchi vi siano altri bambini con lo stesso problema.
È quindi importante la segnalazione spontanea dai genitori alla scuola e dalla scuola ai genitori affinché si controllino i capelli e si esegui il trattamento, se necessario.
Solo in questo modo è possibile arrestare la trasmissione dei pidocchi all’interno della comunità scolastica ed evitare ulteriori recidive (si è infatti constatato, non solo nel nostro Paese, ma in tutti i Paesi Occidentali ove si riscontra un sensibile aumento della diffusione della pediculosi, che tale fenomeno non può essere controllato se non con la responsabilizzazione ed il coinvolgimento delle famiglie).

È opportuno che non vi siano atteggiamenti di colpevolezza da parte degli altri genitori; tali atteggiamenti inducono a tenere nascosto il problema, impedendo così l’attuazione delle misure preventive per il controllo delle infestazioni nella scuola.

La terapia

I genitori devono controllare regolarmente, una volta alla settimana, i capelli dei bambini per la ricerca dei pidocchi con l’avvertenza che una semplice osservazione del cuoio capelluto è insufficiente e che pertanto la ricerca va condotta attentamente aiutandosi con l’apposita pettinina a denti fitti.
Nel caso siano stati trovati pidocchi o uova vitali (vanno considerate vitali le uova di pidocchio che si trovano a meno di un centimetro di distanza dalla radice del capello), i genitori devono procedere al trattamento utilizzando uno shampoo o crema o gel pediculocida di provata efficacia. Per i 10 giorni successivi i genitori devono, a giorni alterni, procedere al controllo dei capelli per la ricerca e l’asportazione di pidocchi e lendini. Dopo 7-10 giorni è consigliata la ripetizione del trattamento con lo stesso prodotto pediculocida.
A casa vanno anche lavate le federe, le lenzuola e gli abiti che vengono a contatto con i capelli (berretti, sciarpe, ecc..).
Il controllo dei capelli va esteso anche a tutti i componenti della famiglia.

Riammissione a scuola

Il bambino che ha avuto i pidocchi può andare a scuola il mattino seguente il primo trattamento: per l’ammissione non è necessario il certificato medico.


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Alfredo Cappello

Pediatra

Medico Chirurgo, Medico Omeopata, Specialista in Pediatria

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