I nostri figli sono nativi digitali, lo sappiamo. Vivono cioè in un ambiente ad alto contenuto tecnologico fin dal primo respiro e hanno nelle dita una predisposizione quasi genetica al touch screen. Un fenomeno complesso, oggetto di studi e ricerche, che desta non poche preoccupazioni, specie sul piano degli effetti a lungo termine che l’interazione costante e continuativa con smartphone e altri dispositivi può portare nella mente e nel processo di crescita dei più piccoli.

La domanda è più che lecita: essere nativi digitali è un privilegio o un problema?
Dal nostro punto di vista, la via meno problematica da seguire per uscire dall’impasse è considerare la tecnologia come un’opportunità, da cogliere e valorizzare al meglio, con il giusto approccio e nel rispetto di regole precise.
Con questo spirito opera la Tribù Digitale, un’associazione culturale che promuove la cultura digitale tra i nativi digitali e le loro famiglie attraverso originali esperienze formative volte alla diffusione delle competenze digitali, tecnologiche e creative.

Partendo da esperienze maturate a partire dai primi anni 2000, l’Associazione con sede a Lecce è stata fondata nel 2015 su iniziativa di un gruppo di ingegneri e pedagogisti, appassionati di tecnologia e con esperienza in diversi ambiti lavorativi (Industrial, ICT, Educational), accomunati dall’intento di creare un laboratorio permanente per uno sviluppo consapevole delle competenze digitali tra i ragazzi e le loro famiglie.

Tantissime le attività e le iniziative per bambini e ragazzi, ma anche per educatori e insegnanti: la Digital School (3-18 anni), la Digital Challenge per partecipare a manifestazioni STEM e robotica, il Digital Lab presso le scuole, il Digital Camp estivo e molte altre.

In questi giorni avranno luogo le lezioni di prova della Digital School, con un primo approccio al digital storytelling, il coding, la robotica e la grafica digitale: giovedì 3 ottobre (ore 17,30) per bambini di 6-7 anni e venerdì 4 ottobre (ore 18,45) per bambini di 8-9-10 anni.

Che ne dite, potrebbe essere un’idea per i nostri nativi digitali?