testo di fantasia liberamente ispirato a una storia vera / scritto da Federica Lanferdini
C’era una volta Franco – che tutti chiamavano Franchino – e il carretto dei gelati. Il suo ricordo è denso di tenerezza, perché portava i gelati per le strade cittadine, e il suo nome, per molti leccesi, ha il sapore dell’infanzia. A lui si attribuisce la creazione delle Fanfullicchie, riccioli di zucchero che vendeva nei pressi del cimitero proprio nel periodo dedicato alla commemorazione dei defunti, con l’intento di tenere buoni i bambini durante la visita.
Ecco una piccola favoletta, liberamente ispirata a questa storia, da leggere ai nostri bambini per raccontare loro un bel pezzo della storia di Lecce.
Gelati e Fanfullicchie
«Gelati al limone, vero limone genuino fatto a casa.
Correte bambini, correte».
Con il suo carretto, ecco arrivare Franchino il gelataio.
Tutto un luccichio di sorrisi e occhiolini.
«Io voglio il limone», disse Lucia.
«Io voglio il cioccolato», disse Giacomo.
«Io voglio l’arcobaleno», disse Gaia.
«L’arcobaleno? Bene… allora hai fatto la brava!» Disse Franchino.
«L’arcobaleno è il gusto per i bimbi buoni, allegri e generosi.
È magico, lo sai?»
OOOOOOOOoooooh dissero i bambini in coro.
«All’inizio è bianco, come il limone.
Se il bimbo con il cono in mano è stato bravo, diventa tutto colorato come l’arcobaleno.»
«Ma allora sono stata brava!» Disse Gaia dai millecolori.
E come d’incanto, una cascata di riccioli di zucchero caddero dall’alto.
«Cosa sono?» Chiesero i bambini in coro.
«Sono Fanfullicchie», disse Franchino il gelataio. «Le mie caramelle speciali, da mangiare tra monumenti e ricordi in compagnia dei nostri cari.»
Approfondimenti
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